E’ venerdì sera, 28 agosto. Abbiamo impiegato 3 settimane per accordarci e programmare un sano giro sulle Orobie e davanti ad una birra Corona, in 5 minuti, abbiamo (a)variato il tragitto e scelto di partire per la Val di Scerscern anche per cercare GNP (massimo 100 piantine a testa). A convincerci sono state le previsioni meteo che purtroppo avevano previsto nubi, pioggia e tempesta in prima mattina. Ma non è stato certo questo a fermare la nostra voglia di avventura!
Ok ore 23. Telefonata ad Erick per avvisarlo del cambio programma e poi a Poul. Erick risponde ed è al cinema a guardare E.T. mentre Poul è in branda dalle 18 e risponde sua moglie Elena.. le lasciamo un messaggio.
Appuntamento alle 7,00 al tennis per gli altri e alle 7,15 per Luca e Max a Chiesa.
Angelo ed Elio non potranno aggregarsi perché hanno scelto un itinerario ben più tosto: il Disgrazia (che poi non riusciranno a compiere a causa del maltempo e di Elio indisposto).
Ore. 6,30 drriiiiinnn… suona la sveglia… doccia veloce e telefonata a Paolo di Brugherio… “pronto… ma dove sono.. che ore sono… chi sono…” accidenti Paolo di Brugherio era talmente a pezzi che non si è svegliato e così è rimasto a Brugherio… peccato perderà una bellissima gita!
Ore 7,00… 7,15… arriva Luca… perfetto!
ore 8,00… ore 9,00… arriva Erick… in perfetto ritardo… spesa veloce e poi si parte!
Obiettivo GNP + anello dello Scerscern ma ci saranno altre sorprese per i nostri eroi!
Punto di partenza sotto la prima diga di Campo Moro (mt. 1990), che si raggiunge salendo da Chiesa Valmalenco e prendendo verso Campo Franscia (mt. 1550) per poi proseguire su strada interamente asfaltata fino alle dighe. Ma prima di arrivare al primo invaso si taglia a sinistra su percorso sterrato e si scende fino alla sbarra. Qui troviamo ampia possibilità di parcheggio. Lasciata l’automobile, iniziamo il cammino con foto di rito sul cartello iniziale.
Si parte: prendiamo il sentiero… accidenti sono quasi le 10… a quest’ora il GNP era già nell’alcool ;-) Saliamo la mulattiera, attraversiamo un bosco di larici ed un ruscello da favola con foto d’obbligo e puntiamo verso l’alpe Musella. Il cielo comincia a far paura… è nero e cattivo.
Arriviamo davanti al rifugio Mitta e come previsto inizia a piovere…poi il temporale ed infine la grandine. Entriamo per ripararci e sorseggiare un thè caldo pensando a come tornare a casa. Dopo mezz’ora ecco un raggio di sole. Perfetto!
Se degli alpinisti prudenti avrebbero mollato… noi no! Decidiamo di proseguire diretti in val di Scerscern. Consegniamo una lettera di addio da far recapitare alle nostre famiglie, il gestore del rifugio sgrana un rosario e poi partiamo.
Riprendiamo il sentiero che in pratica è diventato un ruscello e dopo pochi passi siamo fradici. Ma non molliamo! Seguiamo il triangolo giallo che segnala la variante della V tappa dell’Alta Via che passa per il vallone di Scerscen e arriviamo al ponticello, vicino alle cave di amianto. Accidenti, il nuvolone nero non ci molla… anzi si incazza ancora. Facciamo appena in tempo a puntare verso la casetta dei cavatori attaccata dalla montagna rocciosa che un’altra scarica d’acqua e grandine lascia il cielo per crollare sulla terra. Anche questa volta siamo salvi e abbiamo evitato di bagnarci la testa rischiando però di prendere un tumore nelle cave d’amianto. Altri alpinisti sarebbero scappati a gambe levate… noi no! Intanto una marmotta stava sgranando un rosario mentre gli avvoltoi erano proprio sopra le nostre teste. Dopo aver visitato ogni angolo di quel rifugio in pietra cancerogena ecco delle grotte. L’idea di entrare non tarda ad arrivare e con la luce del telefonino ed il flash della macchina fotografica facciamo speleologia nelle gole. Fantastico! Non è così contenta la testa di Erick dopo quella pietra appuntita caduta su di essa.
Non ci credo… dopo mezz’ora ecco ancora un’occhiata di sole! Che si fa? Ripartiamo. No dai torniamo a casa… macché zaini in spalla e ci dirigiamo ancora a nord!
Dopo migliaia di passi raggiungiamo il Cimitero degli Alpini. Forbici fuori dai sacchetti e cominciano i primi “zac.. zac”… intanto proseguiamo diretti in fondo al ghiacciaio… verso i “Crap bianc”. Sono quasi le 14, pranzo veloce con panini e affettato, un sorso di buon GNP e poi via “zac… zac” senza zaini. 100 piantine a testa non di più. Ore 14,30 interrompiamo le operazioni, dobbiamo proseguire l’ascesa verso il rifugio Scerscern.
Aggiriamo i “Crap bianc” in un sentiero verticale seguendo il triangolo giallo della segnaletica, cammina… cammina… tra rocce e sterpaglie finché giungiamo in un tratto ferrato e proprio davanti a noi.. una… due… tre… meravigliose stelle alpine. Erano anni che non ne vedevo. Stupende! Foto di rito e poi proseguiamo. La salita continua e non finisce mai.
Dopo un’ora finalmente raggiungiamo la sella del vallone Scerscern con vista del rifugio. Pausa per un sorso d’acqua e del cioccolato e poi vista l’ora tarda ripartiamo destinazione San Giuseppe. Sosta di rigore al laghetto della piana e poi ad un casale abbandonato dove troviamo parcheggiata una vecchia Range Rover. La discesa continua seguendo la strada dello Scerscer che un tempo veniva utilizzata per la risalita in auto dei turisti che amavano sciare sul ghiacciaio estivo. Scendiamo ancora, le gambe cominciano a cedere ma proseguiamo senza paura. Arrivati sopra il monte d’Entova tagliamo la costa scendendo da una sentiero segnalato e dopo mezz’ora siamo alle prime baite e allo stallone. Un sorso d’acqua alla fontana e poi proseguiamo. Sono ormai le 19,30 meglio chiamare qualcuno per farci venire a prendere a San Giuseppe. Così dopo vari giri di telefonate sarà Stefano a darci un passaggio fino a Chiesa e noi a premiarlo con una buona birra media al rifugio Sasso Nero. Fine dell’avventura.
La giornata è stata fantastica anche perché abbiamo evitato due potenti temporali della mattina ed un bellissimo sole ci ha accompagnati durante tutto il pomeriggio. In totale abbiamo percorso 45256 passi di 50 cm. di media per una lunghezza di 21,66 chilometri per buona parte in quota oltre i 2000 metri. Oltretutto abbiamo raccolto gustoso GNP che ci ristorerà quest’inverno e due splendide foto di stelle alpine che appiccicheremo sul nostro album del montanaro!
Alla prossima uscita…
Erick, Luca, Max
Ok ore 23. Telefonata ad Erick per avvisarlo del cambio programma e poi a Poul. Erick risponde ed è al cinema a guardare E.T. mentre Poul è in branda dalle 18 e risponde sua moglie Elena.. le lasciamo un messaggio.
Appuntamento alle 7,00 al tennis per gli altri e alle 7,15 per Luca e Max a Chiesa.
Angelo ed Elio non potranno aggregarsi perché hanno scelto un itinerario ben più tosto: il Disgrazia (che poi non riusciranno a compiere a causa del maltempo e di Elio indisposto).
Ore. 6,30 drriiiiinnn… suona la sveglia… doccia veloce e telefonata a Paolo di Brugherio… “pronto… ma dove sono.. che ore sono… chi sono…” accidenti Paolo di Brugherio era talmente a pezzi che non si è svegliato e così è rimasto a Brugherio… peccato perderà una bellissima gita!
Ore 7,00… 7,15… arriva Luca… perfetto!
ore 8,00… ore 9,00… arriva Erick… in perfetto ritardo… spesa veloce e poi si parte!
Obiettivo GNP + anello dello Scerscern ma ci saranno altre sorprese per i nostri eroi!
Punto di partenza sotto la prima diga di Campo Moro (mt. 1990), che si raggiunge salendo da Chiesa Valmalenco e prendendo verso Campo Franscia (mt. 1550) per poi proseguire su strada interamente asfaltata fino alle dighe. Ma prima di arrivare al primo invaso si taglia a sinistra su percorso sterrato e si scende fino alla sbarra. Qui troviamo ampia possibilità di parcheggio. Lasciata l’automobile, iniziamo il cammino con foto di rito sul cartello iniziale.
Si parte: prendiamo il sentiero… accidenti sono quasi le 10… a quest’ora il GNP era già nell’alcool ;-) Saliamo la mulattiera, attraversiamo un bosco di larici ed un ruscello da favola con foto d’obbligo e puntiamo verso l’alpe Musella. Il cielo comincia a far paura… è nero e cattivo.
Arriviamo davanti al rifugio Mitta e come previsto inizia a piovere…poi il temporale ed infine la grandine. Entriamo per ripararci e sorseggiare un thè caldo pensando a come tornare a casa. Dopo mezz’ora ecco un raggio di sole. Perfetto!
Se degli alpinisti prudenti avrebbero mollato… noi no! Decidiamo di proseguire diretti in val di Scerscern. Consegniamo una lettera di addio da far recapitare alle nostre famiglie, il gestore del rifugio sgrana un rosario e poi partiamo.
Riprendiamo il sentiero che in pratica è diventato un ruscello e dopo pochi passi siamo fradici. Ma non molliamo! Seguiamo il triangolo giallo che segnala la variante della V tappa dell’Alta Via che passa per il vallone di Scerscen e arriviamo al ponticello, vicino alle cave di amianto. Accidenti, il nuvolone nero non ci molla… anzi si incazza ancora. Facciamo appena in tempo a puntare verso la casetta dei cavatori attaccata dalla montagna rocciosa che un’altra scarica d’acqua e grandine lascia il cielo per crollare sulla terra. Anche questa volta siamo salvi e abbiamo evitato di bagnarci la testa rischiando però di prendere un tumore nelle cave d’amianto. Altri alpinisti sarebbero scappati a gambe levate… noi no! Intanto una marmotta stava sgranando un rosario mentre gli avvoltoi erano proprio sopra le nostre teste. Dopo aver visitato ogni angolo di quel rifugio in pietra cancerogena ecco delle grotte. L’idea di entrare non tarda ad arrivare e con la luce del telefonino ed il flash della macchina fotografica facciamo speleologia nelle gole. Fantastico! Non è così contenta la testa di Erick dopo quella pietra appuntita caduta su di essa.
Non ci credo… dopo mezz’ora ecco ancora un’occhiata di sole! Che si fa? Ripartiamo. No dai torniamo a casa… macché zaini in spalla e ci dirigiamo ancora a nord!
Dopo migliaia di passi raggiungiamo il Cimitero degli Alpini. Forbici fuori dai sacchetti e cominciano i primi “zac.. zac”… intanto proseguiamo diretti in fondo al ghiacciaio… verso i “Crap bianc”. Sono quasi le 14, pranzo veloce con panini e affettato, un sorso di buon GNP e poi via “zac… zac” senza zaini. 100 piantine a testa non di più. Ore 14,30 interrompiamo le operazioni, dobbiamo proseguire l’ascesa verso il rifugio Scerscern.
Aggiriamo i “Crap bianc” in un sentiero verticale seguendo il triangolo giallo della segnaletica, cammina… cammina… tra rocce e sterpaglie finché giungiamo in un tratto ferrato e proprio davanti a noi.. una… due… tre… meravigliose stelle alpine. Erano anni che non ne vedevo. Stupende! Foto di rito e poi proseguiamo. La salita continua e non finisce mai.
Dopo un’ora finalmente raggiungiamo la sella del vallone Scerscern con vista del rifugio. Pausa per un sorso d’acqua e del cioccolato e poi vista l’ora tarda ripartiamo destinazione San Giuseppe. Sosta di rigore al laghetto della piana e poi ad un casale abbandonato dove troviamo parcheggiata una vecchia Range Rover. La discesa continua seguendo la strada dello Scerscer che un tempo veniva utilizzata per la risalita in auto dei turisti che amavano sciare sul ghiacciaio estivo. Scendiamo ancora, le gambe cominciano a cedere ma proseguiamo senza paura. Arrivati sopra il monte d’Entova tagliamo la costa scendendo da una sentiero segnalato e dopo mezz’ora siamo alle prime baite e allo stallone. Un sorso d’acqua alla fontana e poi proseguiamo. Sono ormai le 19,30 meglio chiamare qualcuno per farci venire a prendere a San Giuseppe. Così dopo vari giri di telefonate sarà Stefano a darci un passaggio fino a Chiesa e noi a premiarlo con una buona birra media al rifugio Sasso Nero. Fine dell’avventura.
La giornata è stata fantastica anche perché abbiamo evitato due potenti temporali della mattina ed un bellissimo sole ci ha accompagnati durante tutto il pomeriggio. In totale abbiamo percorso 45256 passi di 50 cm. di media per una lunghezza di 21,66 chilometri per buona parte in quota oltre i 2000 metri. Oltretutto abbiamo raccolto gustoso GNP che ci ristorerà quest’inverno e due splendide foto di stelle alpine che appiccicheremo sul nostro album del montanaro!
Alla prossima uscita…
Erick, Luca, Max