Ecco le foto di questa memorabile uscita difficilmente replicabile in queste date.
Qui si passano i 1700 metri di dislivello tra partenza ed arrivo: dai 1200 di Primolo, dove si lascia l'auto, ai 2909 della cima Braccia dove c'è uno tra i panorami più spettacolari di TUTTA LA VALMALENCO!
Per il tracciato abbiamo preso spunto dalla relazione di Vienormali.it, che ringraziamo!
Accesso:
Descrizione della salita:
Introduzione:
Imponente bastionata
rocciosa che da W domina buona parte della Valmalenco. Con i satelliti Punta di
Val Orsera e Pizzo di Prímolo, forma un vero e proprio massiccio e rappresenta
una delle ultime elevazioni ad E del Gruppo Masino-Disgrazia. La via normale da
S e per la cresta SW, è facile ma non banale, in particolare se la cresta è
innevata. È una bellissima escursione che ci porta alla scoperta della
solitaria e selvaggia Val Sassersa e dei suoi laghetti. Dalla vetta il panorama
circolare sui monti della Valmalenco è stupedo e giustamente rinomato, in
particolare sull’intero Gruppo del Bernina e sui paesi della valle.
Accesso:
Da Sondrio (parte
occidentale della città) si prende la strada per la Valmalenco. Giunti a Chiesa
in Valmalenco si segue la carrozzabile, stretta e asfaltata, che sale alla
frazione di Prímolo. Prima di arrivare alla chiesa di questo paese, si svolta a
sinistra e si prosegue fino al termine della stradina, in parte asfaltata e in
parte sterrata, a circa (q. 1350 m). Parcheggi limitati.
Descrizione della salita:
Dalla piazzola del
parcheggio, tralasciando il sentiero con diversi cartelli segnaletici che verso
sinistra si abbassa di alcuni metri, s’imbocca quello a destra, che è più
diretto e segnala l’Alpe Pradaccio a 50 minuti. Il sentiero, alquanto stretto,
sale con pendenza regolare in direzione SW, supera poi con numerose svolte un
bosco di larici e raggiunge la vasta radura dell’alpe citato (q. 1725 m). Da
qui è ben visibile, verso W, il lungo vallone di Sassersa da risalire. Oltre
l’alpe si prosegue fra radi pini mughi e si arriva all’inizio del pietroso e
ripido vallone, ci attendono ora circa 600 m di dislivello per raggiungere il
primo laghetto di Sassersa. Il sentiero lascia il posto a tracce sempre ben
segnalate e, dapprima sulla destra, poi al centro ed infine a sinistra del
vallone, si sale a lungo, serpeggiando fra i detriti e i rossastri risalti
rocciosi, fino a superare la soglia del vallone. Poco oltre si arriva al
laghetto di Sassersa inferiore (q. 2368 m). Tralasciando il sentiero, dal
margine E del laghetto si sale in direzione NE e per rocce e sfasciumi, si
arriva ad W della conca con il laghetto di (q. 2400 m). Proseguendo ora verso N
sulla distesa di ganda (vedi foto principale), si va a raggiunge l’evidente canale
posto a sinistra dell’anticima del Monte Braccia. Lo si risale su detriti fin
quasi a metà, qui si offrono 2 possibilità per raggiungere la cresta SW:
1) si traversa a destra e si risalgono in obliquo le roccette sotto l’anticima, per poi salire e raggiungere la cresta;
2) si risale il canale fino al suo termine e volgendo verso destra, si supera facilmente l’anticima.
In entrambi i casi, si segue la facile cresta fin sotto la torre finale. Quest´ultima all´inizio presenta un risalto verticale di circa 3 m, che si può superare direttamente, oppure aggirare a destra, lungo una stretta ed esposta cengia obliqua. Segue poi un ripido pendio di sfasciumi che immette in uno stretto canaletto di rocce rotte, al cui termine si arriva in vetta.
1) si traversa a destra e si risalgono in obliquo le roccette sotto l’anticima, per poi salire e raggiungere la cresta;
2) si risale il canale fino al suo termine e volgendo verso destra, si supera facilmente l’anticima.
In entrambi i casi, si segue la facile cresta fin sotto la torre finale. Quest´ultima all´inizio presenta un risalto verticale di circa 3 m, che si può superare direttamente, oppure aggirare a destra, lungo una stretta ed esposta cengia obliqua. Segue poi un ripido pendio di sfasciumi che immette in uno stretto canaletto di rocce rotte, al cui termine si arriva in vetta.
MG