Sci e scarponi appena acquistati da Rudy.
Mega nevicata il giorno precedente e cielo azzurro il giorno stesso.
La prima uscita con gli sci d'alpinismo è stata memorabile.
Sabato 5 dicembre, con Luca decidiamo di effettuare la prima uscita sulla neve della nuova stagione invernale. Un giro tranquillo da San Giuseppe al passo di Campolungo, passando per il lago Palù. Una salita spettacolare: cielo senza una nuvola, candida neve fresca e temperatura mite. La discesa è stata più da panico, ma la garanzia della presenza dei poliziotti addetti al soccorso piste mi ha tranquillizzato ;-) e allora uno… due.. tre… via a UOUO v.d.m.d. racchette dappertutto e sci a spazzaerba Ecco alcune foto (ovviamente, della risalita) ;-)
venerdì 18 dicembre 2009
lunedì 2 novembre 2009
JULER.. AZZ CHE PIZ!
Anche questa volta abbiamo seguito la prassi: 3 settimane di e-mail x accordarci… cosa che puntualmente non è avvenuta. Poi il giovedì sera è scattata la scintilla. Angelo ci invita in Svizzera per una magnifica escursione: salita allo Julier Piz. O meglio, la prima meta definita era il Pizzo Padella ma poi ovviamente è riuscito a rifilarci la mega supposta dello Julier ad oltre 3380 metri di quota. :-) Ma con il senno di poi, è stato un tragitto fantastico ed una scelta azzeccata!
Ore 6,00 - Partenza da Sondrio per St. Moritz: Poul e Max raggiungono Angelo ed Elio. C’è un piccolo problemino durante il viaggio verso la terra elvetica… lo stinco di maiale mangiato la sera prima al Cima 11 ed il gustoso vino rosso fanno sentire la loro presenza proprio sul passo del Bernina. Piccola sosta vomitina e poi si riparte destinazione St. Moritz. Ci incontriamo con Angelo ed Elio e prendiamo la direzione dello Julier Pas, a circa 10 km da St. Moritz dove lasciamo l’auto. Racchette alla mano prendiamo il costone roccioso verso est. Inizia l’avventura! Per chi non lo sapesse lo Julier Piz è la montagna che domina su St.Moritz, dall'altro lato rispetto al gruppo del Bernina. E' un vero castello turrito, una vetta apparentemente inaccessibile, ma sul quale si snoda un incredibile sentiero attrezzato, che ne percorre la cresta. Sembra impossibile che ci si possa salire senza troppe difficoltà, ma invece è proprio così.. se sono riuscito io :-) Sul percorso ci sono lastre di pietra appositamente poggiate che allargano la cresta dove sarebbe altrimenti troppo affilata, mancorrenti e catene danno sicurezza anche dove forse sembrerebbero superflue e l'itinerario si insinua lungo cenge e canali, sempre ottimamente segnato. Una vera prova per che soffre di vertigini. Ne sanno qualcosa le mie mutande ;-)
Ore 6,00 - Partenza da Sondrio per St. Moritz: Poul e Max raggiungono Angelo ed Elio. C’è un piccolo problemino durante il viaggio verso la terra elvetica… lo stinco di maiale mangiato la sera prima al Cima 11 ed il gustoso vino rosso fanno sentire la loro presenza proprio sul passo del Bernina. Piccola sosta vomitina e poi si riparte destinazione St. Moritz. Ci incontriamo con Angelo ed Elio e prendiamo la direzione dello Julier Pas, a circa 10 km da St. Moritz dove lasciamo l’auto. Racchette alla mano prendiamo il costone roccioso verso est. Inizia l’avventura! Per chi non lo sapesse lo Julier Piz è la montagna che domina su St.Moritz, dall'altro lato rispetto al gruppo del Bernina. E' un vero castello turrito, una vetta apparentemente inaccessibile, ma sul quale si snoda un incredibile sentiero attrezzato, che ne percorre la cresta. Sembra impossibile che ci si possa salire senza troppe difficoltà, ma invece è proprio così.. se sono riuscito io :-) Sul percorso ci sono lastre di pietra appositamente poggiate che allargano la cresta dove sarebbe altrimenti troppo affilata, mancorrenti e catene danno sicurezza anche dove forse sembrerebbero superflue e l'itinerario si insinua lungo cenge e canali, sempre ottimamente segnato. Una vera prova per che soffre di vertigini. Ne sanno qualcosa le mie mutande ;-)
La salita è dura e non bisogna perdere i bolli bianco-blu per non trovarsi fuori strada. La stretta incisione del vallone sotto la forcella viene superata con risalita e discesa sul ripido fianco sinistro (ma conviene percorrere i grossi massi dell'incisione stessa per non perdere poi dislivello). Con ripida salita sul detrito fine si risale finalmente alla Fuorcla Albana dove giunge anche il sentiero che sale da St.Moritz. Ora non resta che percorrere la lunga cresta lungo il sentiero attrezzato sempre ottimamente segnato. Anche qui non bisogna perdere i bolli bianco-blu per non trovarsi subito in situazioni complicate; tra l'altro nei tratti con detrito mobile il sentiero segue i fianchi più saldi dove si eviterà così anche di far cadere sassi sugli escursionisti sottostanti. La salita è esaltante: sembra sempre impossibile proseguire e invece il percorso si rivela sempre abbastanza facile e le catene e i corrimano aiutano parecchio. Dopo la prima parte in cresta, si raggiunge un forcellino, si passa per pochi metri sul versante N in ombra (a picco sul tetro ghiacciaio) e poi si ritorna sul fianco S della montagna, molto in piedi, ma che viene percorso da una serie di cenge e canalini fino all'ultimo tratto di cresta aereo (con corrimano) che porta agli sfasciumi terminali della vetta. Purtroppo l’amico Poul è stato tradito da crampi e mal di gambe e si è dovuto fermare a circa un’ora di tragitto dalla vetta. Foto di rito a 3400 metri e poi scendiamo dalla cresta dove si gode un magnifico panorama. Per la discesa scegliamo l’itinerario opposto dell'alpe Guglia sul versante verso St. Moritz con l’idea di recuperate l’auto in un secondo momento. La discesa sembra non finire mai ma ne vale assolutamente la pena. La giornata è stata magnifica e si è conclusa con una gustosa torta offerta da Veronica dopo l’arrivo a St. Moritz dove se non fosse stato per l’orario avremmo organizzato una partitella a calcio con il piccolo Daniele ed il suo amichetto portiere. Si riparte. Angelo ci accompagna allo Jiuler Pass a recuperare l’auto e noi torniamo in Valtellina stanchi, ma soddisfatti. La serata non è finita perché ci aspetta una cena alla pizzeria Capri con famiglie ed amici. Arriviamo a Sondrio incredibilmente puntuali. Missione compiuta!
Giro consigliato.
Voto 10+.
Alla prossima avventura!
Poul, Angelo, Elio, Max
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lunedì 7 settembre 2009
Campo Moro - Val di Scerscern - San Giuseppe
E’ venerdì sera, 28 agosto. Abbiamo impiegato 3 settimane per accordarci e programmare un sano giro sulle Orobie e davanti ad una birra Corona, in 5 minuti, abbiamo (a)variato il tragitto e scelto di partire per la Val di Scerscern anche per cercare GNP (massimo 100 piantine a testa). A convincerci sono state le previsioni meteo che purtroppo avevano previsto nubi, pioggia e tempesta in prima mattina. Ma non è stato certo questo a fermare la nostra voglia di avventura!
Ok ore 23. Telefonata ad Erick per avvisarlo del cambio programma e poi a Poul. Erick risponde ed è al cinema a guardare E.T. mentre Poul è in branda dalle 18 e risponde sua moglie Elena.. le lasciamo un messaggio.
Appuntamento alle 7,00 al tennis per gli altri e alle 7,15 per Luca e Max a Chiesa.
Angelo ed Elio non potranno aggregarsi perché hanno scelto un itinerario ben più tosto: il Disgrazia (che poi non riusciranno a compiere a causa del maltempo e di Elio indisposto).
Ore. 6,30 drriiiiinnn… suona la sveglia… doccia veloce e telefonata a Paolo di Brugherio… “pronto… ma dove sono.. che ore sono… chi sono…” accidenti Paolo di Brugherio era talmente a pezzi che non si è svegliato e così è rimasto a Brugherio… peccato perderà una bellissima gita!
Ore 7,00… 7,15… arriva Luca… perfetto!
ore 8,00… ore 9,00… arriva Erick… in perfetto ritardo… spesa veloce e poi si parte!
Obiettivo GNP + anello dello Scerscern ma ci saranno altre sorprese per i nostri eroi!
Punto di partenza sotto la prima diga di Campo Moro (mt. 1990), che si raggiunge salendo da Chiesa Valmalenco e prendendo verso Campo Franscia (mt. 1550) per poi proseguire su strada interamente asfaltata fino alle dighe. Ma prima di arrivare al primo invaso si taglia a sinistra su percorso sterrato e si scende fino alla sbarra. Qui troviamo ampia possibilità di parcheggio. Lasciata l’automobile, iniziamo il cammino con foto di rito sul cartello iniziale.
Si parte: prendiamo il sentiero… accidenti sono quasi le 10… a quest’ora il GNP era già nell’alcool ;-) Saliamo la mulattiera, attraversiamo un bosco di larici ed un ruscello da favola con foto d’obbligo e puntiamo verso l’alpe Musella. Il cielo comincia a far paura… è nero e cattivo.
Arriviamo davanti al rifugio Mitta e come previsto inizia a piovere…poi il temporale ed infine la grandine. Entriamo per ripararci e sorseggiare un thè caldo pensando a come tornare a casa. Dopo mezz’ora ecco un raggio di sole. Perfetto!
Se degli alpinisti prudenti avrebbero mollato… noi no! Decidiamo di proseguire diretti in val di Scerscern. Consegniamo una lettera di addio da far recapitare alle nostre famiglie, il gestore del rifugio sgrana un rosario e poi partiamo.
Riprendiamo il sentiero che in pratica è diventato un ruscello e dopo pochi passi siamo fradici. Ma non molliamo! Seguiamo il triangolo giallo che segnala la variante della V tappa dell’Alta Via che passa per il vallone di Scerscen e arriviamo al ponticello, vicino alle cave di amianto. Accidenti, il nuvolone nero non ci molla… anzi si incazza ancora. Facciamo appena in tempo a puntare verso la casetta dei cavatori attaccata dalla montagna rocciosa che un’altra scarica d’acqua e grandine lascia il cielo per crollare sulla terra. Anche questa volta siamo salvi e abbiamo evitato di bagnarci la testa rischiando però di prendere un tumore nelle cave d’amianto. Altri alpinisti sarebbero scappati a gambe levate… noi no! Intanto una marmotta stava sgranando un rosario mentre gli avvoltoi erano proprio sopra le nostre teste. Dopo aver visitato ogni angolo di quel rifugio in pietra cancerogena ecco delle grotte. L’idea di entrare non tarda ad arrivare e con la luce del telefonino ed il flash della macchina fotografica facciamo speleologia nelle gole. Fantastico! Non è così contenta la testa di Erick dopo quella pietra appuntita caduta su di essa.
Non ci credo… dopo mezz’ora ecco ancora un’occhiata di sole! Che si fa? Ripartiamo. No dai torniamo a casa… macché zaini in spalla e ci dirigiamo ancora a nord!
Dopo migliaia di passi raggiungiamo il Cimitero degli Alpini. Forbici fuori dai sacchetti e cominciano i primi “zac.. zac”… intanto proseguiamo diretti in fondo al ghiacciaio… verso i “Crap bianc”. Sono quasi le 14, pranzo veloce con panini e affettato, un sorso di buon GNP e poi via “zac… zac” senza zaini. 100 piantine a testa non di più. Ore 14,30 interrompiamo le operazioni, dobbiamo proseguire l’ascesa verso il rifugio Scerscern.
Aggiriamo i “Crap bianc” in un sentiero verticale seguendo il triangolo giallo della segnaletica, cammina… cammina… tra rocce e sterpaglie finché giungiamo in un tratto ferrato e proprio davanti a noi.. una… due… tre… meravigliose stelle alpine. Erano anni che non ne vedevo. Stupende! Foto di rito e poi proseguiamo. La salita continua e non finisce mai.
Dopo un’ora finalmente raggiungiamo la sella del vallone Scerscern con vista del rifugio. Pausa per un sorso d’acqua e del cioccolato e poi vista l’ora tarda ripartiamo destinazione San Giuseppe. Sosta di rigore al laghetto della piana e poi ad un casale abbandonato dove troviamo parcheggiata una vecchia Range Rover. La discesa continua seguendo la strada dello Scerscer che un tempo veniva utilizzata per la risalita in auto dei turisti che amavano sciare sul ghiacciaio estivo. Scendiamo ancora, le gambe cominciano a cedere ma proseguiamo senza paura. Arrivati sopra il monte d’Entova tagliamo la costa scendendo da una sentiero segnalato e dopo mezz’ora siamo alle prime baite e allo stallone. Un sorso d’acqua alla fontana e poi proseguiamo. Sono ormai le 19,30 meglio chiamare qualcuno per farci venire a prendere a San Giuseppe. Così dopo vari giri di telefonate sarà Stefano a darci un passaggio fino a Chiesa e noi a premiarlo con una buona birra media al rifugio Sasso Nero. Fine dell’avventura.
La giornata è stata fantastica anche perché abbiamo evitato due potenti temporali della mattina ed un bellissimo sole ci ha accompagnati durante tutto il pomeriggio. In totale abbiamo percorso 45256 passi di 50 cm. di media per una lunghezza di 21,66 chilometri per buona parte in quota oltre i 2000 metri. Oltretutto abbiamo raccolto gustoso GNP che ci ristorerà quest’inverno e due splendide foto di stelle alpine che appiccicheremo sul nostro album del montanaro!
Alla prossima uscita…
Erick, Luca, Max
Ok ore 23. Telefonata ad Erick per avvisarlo del cambio programma e poi a Poul. Erick risponde ed è al cinema a guardare E.T. mentre Poul è in branda dalle 18 e risponde sua moglie Elena.. le lasciamo un messaggio.
Appuntamento alle 7,00 al tennis per gli altri e alle 7,15 per Luca e Max a Chiesa.
Angelo ed Elio non potranno aggregarsi perché hanno scelto un itinerario ben più tosto: il Disgrazia (che poi non riusciranno a compiere a causa del maltempo e di Elio indisposto).
Ore. 6,30 drriiiiinnn… suona la sveglia… doccia veloce e telefonata a Paolo di Brugherio… “pronto… ma dove sono.. che ore sono… chi sono…” accidenti Paolo di Brugherio era talmente a pezzi che non si è svegliato e così è rimasto a Brugherio… peccato perderà una bellissima gita!
Ore 7,00… 7,15… arriva Luca… perfetto!
ore 8,00… ore 9,00… arriva Erick… in perfetto ritardo… spesa veloce e poi si parte!
Obiettivo GNP + anello dello Scerscern ma ci saranno altre sorprese per i nostri eroi!
Punto di partenza sotto la prima diga di Campo Moro (mt. 1990), che si raggiunge salendo da Chiesa Valmalenco e prendendo verso Campo Franscia (mt. 1550) per poi proseguire su strada interamente asfaltata fino alle dighe. Ma prima di arrivare al primo invaso si taglia a sinistra su percorso sterrato e si scende fino alla sbarra. Qui troviamo ampia possibilità di parcheggio. Lasciata l’automobile, iniziamo il cammino con foto di rito sul cartello iniziale.
Si parte: prendiamo il sentiero… accidenti sono quasi le 10… a quest’ora il GNP era già nell’alcool ;-) Saliamo la mulattiera, attraversiamo un bosco di larici ed un ruscello da favola con foto d’obbligo e puntiamo verso l’alpe Musella. Il cielo comincia a far paura… è nero e cattivo.
Arriviamo davanti al rifugio Mitta e come previsto inizia a piovere…poi il temporale ed infine la grandine. Entriamo per ripararci e sorseggiare un thè caldo pensando a come tornare a casa. Dopo mezz’ora ecco un raggio di sole. Perfetto!
Se degli alpinisti prudenti avrebbero mollato… noi no! Decidiamo di proseguire diretti in val di Scerscern. Consegniamo una lettera di addio da far recapitare alle nostre famiglie, il gestore del rifugio sgrana un rosario e poi partiamo.
Riprendiamo il sentiero che in pratica è diventato un ruscello e dopo pochi passi siamo fradici. Ma non molliamo! Seguiamo il triangolo giallo che segnala la variante della V tappa dell’Alta Via che passa per il vallone di Scerscen e arriviamo al ponticello, vicino alle cave di amianto. Accidenti, il nuvolone nero non ci molla… anzi si incazza ancora. Facciamo appena in tempo a puntare verso la casetta dei cavatori attaccata dalla montagna rocciosa che un’altra scarica d’acqua e grandine lascia il cielo per crollare sulla terra. Anche questa volta siamo salvi e abbiamo evitato di bagnarci la testa rischiando però di prendere un tumore nelle cave d’amianto. Altri alpinisti sarebbero scappati a gambe levate… noi no! Intanto una marmotta stava sgranando un rosario mentre gli avvoltoi erano proprio sopra le nostre teste. Dopo aver visitato ogni angolo di quel rifugio in pietra cancerogena ecco delle grotte. L’idea di entrare non tarda ad arrivare e con la luce del telefonino ed il flash della macchina fotografica facciamo speleologia nelle gole. Fantastico! Non è così contenta la testa di Erick dopo quella pietra appuntita caduta su di essa.
Non ci credo… dopo mezz’ora ecco ancora un’occhiata di sole! Che si fa? Ripartiamo. No dai torniamo a casa… macché zaini in spalla e ci dirigiamo ancora a nord!
Dopo migliaia di passi raggiungiamo il Cimitero degli Alpini. Forbici fuori dai sacchetti e cominciano i primi “zac.. zac”… intanto proseguiamo diretti in fondo al ghiacciaio… verso i “Crap bianc”. Sono quasi le 14, pranzo veloce con panini e affettato, un sorso di buon GNP e poi via “zac… zac” senza zaini. 100 piantine a testa non di più. Ore 14,30 interrompiamo le operazioni, dobbiamo proseguire l’ascesa verso il rifugio Scerscern.
Aggiriamo i “Crap bianc” in un sentiero verticale seguendo il triangolo giallo della segnaletica, cammina… cammina… tra rocce e sterpaglie finché giungiamo in un tratto ferrato e proprio davanti a noi.. una… due… tre… meravigliose stelle alpine. Erano anni che non ne vedevo. Stupende! Foto di rito e poi proseguiamo. La salita continua e non finisce mai.
Dopo un’ora finalmente raggiungiamo la sella del vallone Scerscern con vista del rifugio. Pausa per un sorso d’acqua e del cioccolato e poi vista l’ora tarda ripartiamo destinazione San Giuseppe. Sosta di rigore al laghetto della piana e poi ad un casale abbandonato dove troviamo parcheggiata una vecchia Range Rover. La discesa continua seguendo la strada dello Scerscer che un tempo veniva utilizzata per la risalita in auto dei turisti che amavano sciare sul ghiacciaio estivo. Scendiamo ancora, le gambe cominciano a cedere ma proseguiamo senza paura. Arrivati sopra il monte d’Entova tagliamo la costa scendendo da una sentiero segnalato e dopo mezz’ora siamo alle prime baite e allo stallone. Un sorso d’acqua alla fontana e poi proseguiamo. Sono ormai le 19,30 meglio chiamare qualcuno per farci venire a prendere a San Giuseppe. Così dopo vari giri di telefonate sarà Stefano a darci un passaggio fino a Chiesa e noi a premiarlo con una buona birra media al rifugio Sasso Nero. Fine dell’avventura.
La giornata è stata fantastica anche perché abbiamo evitato due potenti temporali della mattina ed un bellissimo sole ci ha accompagnati durante tutto il pomeriggio. In totale abbiamo percorso 45256 passi di 50 cm. di media per una lunghezza di 21,66 chilometri per buona parte in quota oltre i 2000 metri. Oltretutto abbiamo raccolto gustoso GNP che ci ristorerà quest’inverno e due splendide foto di stelle alpine che appiccicheremo sul nostro album del montanaro!
Alla prossima uscita…
Erick, Luca, Max
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