lunedì 14 ottobre 2013

Val del Ferr e Porcellizzo tra gli stambecchi in amore

Ciao a tutti gli amici di Onore alla Montagna!!!
Ormai siamo agli sgoccioli delle uscite estive / autunnali ed è ora di preparare gli sci!!!
Volevo però inserire sul blog un’uscita fatta con Luca Flematti a metà settembre: per l'esattezza sabato 14.

L'idea dell’escursione è nata parlandone in settimana al lavoro. Avevamo molte mete in testa e alla fine, dopo varie considerazioni, abbiamo optato per un’escursione in Val Masino, e precisamente Val del Ferro per poi scendere (dopo aver valicato il passo del Camerozzo....) in Val Porcellizzo! L'escursione inizia a Sondrio alle ore 7.00, passo a prendere Luca (Flemy) a casa e ci dirigiamo in quel della Val Masino, arrivati in località "La Forcola" c'e' la sosta di rito per un buon caffè alla "Brace...". Riscaldati dal caffè e navigando con la fantasia dopo l'acquisto di un gratta e vinci.... proseguiamo in direzione S. Martino. Dopo circa 20 minuti arriviamo in paese e parcheggiamo la macchina al campo da calcio. Il parcheggio è pieno, il che ci dice che non saremmo soli...!!! Indossati gli scarponi e zaino in spalla ci prepariamo a partire, Flemy fa START all' App Endemondo e viaaaa!
Il sentiero sale costeggiando il fiume Masino fino ad incrociare la strada che porta in Val di Mello, si prosegue sulla strada per circa 1,5 km, dopo di che si incontra un ruscello con un ponte (largo) che lo attraversa. Prima di attraversarlo sale il sentiero per la Val del Ferro. Il sentiero sale rapidamente in mezzo ai boschi, inizialmente di faggi e man mano salendo si "trasformano" in abeti bianchi...!
Non c'e' anima viva in giro....(probabilmente la gente vista al parcheggio ha scelto altre mete) infatti la Val del Ferro è una valle molto selvaggia e poco frequentata, ma a mio modo di vedere molto bella! No, però aspetta (mi dice Flemy...) qualcuno c'e'.... e levata dalla custodia la macchina fotografica Flemy scatta una foto a un ragno che al nostro passaggio si affretta a nascondersi....chissa' cosa avrà pensato....(se i è Brütt qui düu.....!!! :-) salendo ancora di qualche centinaio di metri in compagnia della voce guida di Endemondo che ogni tanto ci ricorda perché stiamo facendo fatica.... arriviamo al limite del bosco, li incontriamo una bellissima cascata la quale merita qualche altra fotografia!

Dopo esserci rinfrescati con la sua acqua limpida il cammino prosegue, non dovrebbe mancar tanto alla vista dei pizzi del Ferro..... infatti dopo un altra mezz' oretta di cammino eccoli li: maestosi e bellissimi a vigilare sull' omonima valle. Il cielo non e' azzurrissimo, anzi, ci sono parecchie nuvole che gli fanno da contorno, ma questo rende lo spettacolo del paesaggio (in uno scenario di chiaro scuri) ancora più suggestivo!
Arrivati alla baita dei pastori (casera) unica costruzione in sasso della valle.... facciamo una meritata sosta, con spuntino e belli rifocillati ci apprestiamo a proseguire...prima però (visto che non avevamo studiato il percorso a tavolino prima.... come sempre del resto....) e visto che c'era campo....decidiamo di consultare qualche recensione sul telefonino....perfetto...in due secondi si apre una recensione.... la leggiamo e la seguiamo alla lettera.... e' molto dettagliata.....beata tecnologia! Bene, via, è facile, dobbiamo solo individuare il bivacco Molteni che sta' in mezzo alla valle e poi trovare il passo del Camerozzo e' facile!
Qui il sentiero sale inizialmente per "Maloss..." (Rododendri...) e poi per una ganda molto ripida, li individuiamo il bivacco, di color rosso e facciamo qualche valutazione, Flemy dice che forse c'e' un sentiero a sinistra che sale al passo, io gli dico che salgo dritto e vedo se c'e' qualcosa li.... chi prima lo trova chiama! Dopo ben due ore di ricerche il nulla più assoluto... né a destra né a sinistra! Ci ritroviamo sul sentiero in compagnia di un gregge di pecore...lo stomaco brontola...e' passato mezzogiorno ed e' ora di mangiare. Prendiamo dallo zaino i panini e la focaccia acquistati al mattino,,,ahhhhhh che meraviglia....finalmente si mangia!!!
Addentiamo il succulente pasto in modo molto vorace....con le pecore a farci da cornice, da qui si ha una splendida vista sui Pizzi del Ferro, sul monte Disgrazia e dalla parte opposta si può vedere tutta la catena delle Orobie....meraviglioso!
Inoltre mentre mangiamo diamo uno sguardo alla montagna dietro di noi, cercando un qualcosa che assomigli a un sentiero o ad un’insenatura sulla cresta della montagna che assomigli ad un valico.... ma niente..... comunque l'umore a stomaco pieno è a 100… le gambe un po' meno... come al solito ripartire e' molto dura... però sentendoci vicino alla meta ripartiamo, e facendo memoria sempre della recensione continuiamo a salire, ci diciamo: “Vedrai che il sentiero che porta al valico è lì dietro quella costa!”. Ma dopo altre due ore di cammino niente… non c'e niente che assomiglia ad un valico.... decidiamo quindi di proseguire verso il bivacco... non prime però di aver Mandato un migliaio di FUCK...."FANCULO...." all' autore della recensione!
Arrivati al bivacco diamo un occhiata dentro e facciamo una firmetta sul diario...e qui vista la tarda ora prendiamo la decisione di scendere dalla stessa strada...e qui succede qualcosa.... vediamo una persona che in pochi minuti ci raggiunge.... dopo i saluti facciamo due chiacchiere e gli raccontiamo la nostra avventura. Lui ci dice che anche lui va al Camerozzo, è munito di cartina, e dice che il sentiero Roma è appena lì sopra... da quella parte siamo sicuri che si raggiunge il Passo. Così ci invita ad unirci a lui... noi un po' demoralizzati non siamo molto convinti.
Paolo (questo il nome del ragazzo...) ci convince... Andiamo.... infatti dopo 10 minuti finalmente incontriamo il sentiero Roma.... ahhhhhh....!!!
Dopo aver salutato due runner.... che facevano la nostra stessa strada.... svoltiamo verso sinistra e ci avviciniamo alla montagna...giunti ai sui piedi vediamo una bandierina bianca e rossa che segna l'inizio del valico.....!
Ci chiediamo: “E’ qui che dobbiamo passare...??? Andiamo bene....!”. Un set da ferrata non sarebbe di troppo. Comunque non ce l'abbiamo, quindi si parte… il primo tratto è il peggiore! E' attrezzato con catene, c'e' appena il posto dove appoggiare i piedi... e sotto c'e' una lastra di granito liscia con un precipizio di 200 mt! Riusciamo pure a trovare il modo di fare qualche foto... superato il primo tratto il sentiero si allarga un po' e ci si sente un po' più al sicuro....da qui si ha una bella prospettiva dei Pizzi del Ferro...!!!
Eccolo finalmente....il Passo del Camerozzo e' li, una gola stretta in cima al ripido sentiero, giunti allo spartiacque si ha una splendida vista sulle due valli, la Val Porcellizzo con l'imponente pizzo Badile e il Cengalo e la Val del Ferro. Ai piedi del Pizzo Badile c'e' il rifugio Gianetti gestito dal Grande Mimmo Fiorelli.
Parliamo un po' tra di noi e dopo aver confrontato le nostre idee e dato anche un occhiata all'orologio decidiamo di non andare al rifugio Ginetti, e scendiamo quindi più in basso attraversando un prato molto erboso. Il sentiero dalla parte opposta non e' bello... però in confronto è un’autostrada! C'e' ancora un po' di neve sotto la montagna, e li abbiamo una sorpresa... degli stambecchi in fase di accoppiamento!
Proseguiamo per i pascoli erbosi in attesa di incrociare il sentiero... non e' stata una scelta molto azzeccata, perché l'erba nascondeva molte insidie sotto, infatti Flemy e' sprofondato in una "voragine" con tutta la gamba e io ho "assaggiato" i sassi con le parti nobili... per di più il bastoncino piegato in due fra i sassi...azzzz...!!!
Bene, scattate due foto anche al maestoso Badile e incrociato poi il sentiero a balzi raggiungiamo il fondovalle e precisamente i bagni di S. Martino, da qui ci aspettano 4 lunghi km fino al paese. Arriviamo alla macchina alle 19 passate, e' quasi buio… salutiamo Paolo e facciamo STOP a Endemondo che ci ha accompagnati per tutto il viaggio: segna 30 km.....non male!
Flemy il sabato prima ne aveva già fatti 54! Un po' stanchi ma contenti guadagniamo la via del ritorno!
Ciao a tutti amici e alla prossima Cristian e Luca!


 







mercoledì 25 settembre 2013

Non alpeggio ma almeglio! :-)

Anche i mittt-ttici, domenica 22 settembre, hanno festeggiato i bacàn, ossia i pastori che nei mesi estivi si trasferiscono con le mandrie sui pascoli e proprio domenica hanno fatto ritorno in valle.
Ritrovo alle 9, a Chiesa e poi via destinazione Chiareggio, mentre alcuni di noi sono saliti più tardi senza stress.
Le bambine sono piombate subito allo stand dove si costruivano aquiloni. Poi in tarda mattinata, aperitivo dal Ciumina, per inaugurare la casa nuova, e via a vedere le mucche addobbate a festa. Intanto Chiareggio si è riempita di gente con la presenza di quasi 8mila persone. A mezzogiorno, c’eravamo anche noi in piazza Rusca per la premiazione di «Miss alpeggio 2013», ossia la mucca meglio addobbata a festa. Oltre 1875 le schede compilate da turisti e malenchi che hanno decretato la vittoria della vacca da latte n. 11: quella dell’azienda agricola Rosa Gianoli dell'alpe Gembrè che ha decorato la sua Santanna, in stile malenco con gerle, fiori e peduli. Il miglior formaggio Scimut, secondo l'Onaf, è stato quello prodotto da Alberto e Claudio Lenatti dell’alpe Oro mentre l'alpeggiatore più anziano premiato è stato Andrea Sem dell'ape Palù, e il premio alla pastorella più giovane è andato a Manuela Sem dell’alpe Entova. Decretati anche i vincitori del concorso fotografico «Alpeggi di una volta»: primo scatto classificato quello di Rosa Gianoli.
Al termine delle premiazioni ci siamo seduti al ristorante Chiareggio dove il mittico Livio Marmutun chi ha cucinato un gustoso e tradizionale menù con tanto di rametti con frutti allucinogeni e preziose stelle alpine. Alla fine abbiamo mangiato come dinosauri e pagato come pulcini. Alle 16,30 ci siamo alzati dal tavolo… che vergogna… peggio del matrimonio tra William e Kate. Tutto è andato x il meglio con tanto divertimento per le bambine ma anche per i genitori ;-)













lunedì 9 settembre 2013

... e l'anello mancante?... completato!






L'anello mancante:
Sondrio (300 mt. slm) - Rolla - Colina - Colma di Zana (2411 mt. slm)
Rifugio Bosio - Alpe Airale - Giumellini - Chiesa - Basci
Torre - Cagnoletti - Arquino - Ponchiera - Sondrio

ANELLO CHIUSO!

Temerari: Erica, Pepe, Erick, Mossi, Luca, Max


Qui si tratta di uno dei giri più mitici registrati sul sito...
i numeri parlano chiaro:
quasi 53 km. di tracciato misto... più di 100.000 passi...
14,30 ore di cammino... 8.000 calorie consumate...
2.100 metri di dislivello nella prima risalita e quasi 4.000 metri in totale...
Numeri spaccasassi ma sopratutto spaccagambe... :-)
alla fine però l'obiettivo è stato raggiunto
e in più c'è scappata pure la pizzata tutti insieme con le famiglie.
Giro memorabile!

Vista del tracciato dal Disgrazia


Sabato 7 settembre, ore 6,30. Questa era la data del ritrovo. Ma è chiaro che essere puntuali per noi è impossibile anche perché siamo ritardati dentro :-)
Luca e Mossi sono arrivati in via Bassi e poi dritti in direzione parcheggio Schenatti, all’imbocco per la Val di Bachèt. Un saluto ed Erika e Pepe e poi acquisto pane al Panificio Valtellina, in viale dello Stadio.
Intanto Erika e Pepe hanno già attaccato il Sentiero della memoria, un poco prima di noi, xké loro erano già riforniti di cibo. Erik Viani, invece, ci raggiunge alla 6.43 al parcheggio dello Schenatti: occhi impastati e alito che sa ancora di grigliata della serata precedente dopo uscita con i colleghi di lavoro.
Nessun problema... è giustificato.
Sono le 6,52 dobbiamo partire. Come sempre siamo in ritardo sulla tabella di marcia :-)

Arrivati a S. Anna ci ricompattiamo come gruppo e dopo breve consultazione, decidiamo di puntare verso Ronchi, Bassola e poi Rolla. Anche questa volta troviamo il modo di allungare il tragitto :-)















E’ comunque una bella passeggiata tra i castagneti senza incrociare mai strade asfaltate. Dopo Bassola, ecco il sentiero che segna la direzione Rolla, segnalato con un cartello autostradale stile GP Monza: non possiamo certo sbagliare, direzione a sinistra! L'unico problema è che fino a Rolla dobbiamo sgambare su di un passaggio praticamente verticale: 600 metri di sentiero in salita e 600 metri di altitudine coperta... rapporti 1:1... Porca piccozza se il Mossi lo ha già fatto con Lucia e Alice, i Mitttici si faranno mica battere... È allora via... Si sale in tempi decenti...







Arrivati in contrada Rolla, vicino alla casa dove era scoppiata la caffettiera alcuni anni fa, prendiamo la strada sterrata che arriva da Ligari. Questa volta l’obiettivo è la croce. Saliamo e saliamo e in alcuni tratti riusciamo a prendere dei sentieri, ma la maggior parte del tragitto lo percorriamo sullo stradone. Fortunatamente non passa alcuna macchina anche perché, solo noi con i piedi, ne abbiamo alzata a sufficienza di polvere.

A tratti, con la scusa di aspettare Erika anche noi riusciamo a riposare :-)







Ai prati di Rolla c’è la prima panoramica sulla Valmalenco… ma il bello dovrà ancora venire quando arriveremo in cima. Ora attraversiamo Forcola e poi saliamo verso Poverzone e dopo circa 20 minuti di sentiero nel bosco sbuchiamo appena prima della croce.
Questa è la prima tappa: tutti a frugare nello zaino alla ricerca di qualcosa che possa ridarci vigore... Erik, invece, sogna già di togliersi le scarpe per fare respirare i piedi, che sanno anche quelli di grigliata :-)




Mossi, invece, prima della salita alla croce vede un cellulare appoggiato sopra un sasso... Il tempo di alzarlo in aria e dire: "Di chi è questo?" e subito un omone con dei baffi fatti col pelo di cervo risponde: "Se lo prendete non andate lontano" e con l'occhio ci mostra un fucile che di solito i Navy Seal americani lo usano per forare le fiancate delle navi militari, mentre Mr. Baffo lo usava per cacciare i teneri cerbiatti... Per fortuna i suoi amici lo hanno lasciato alla macchina a comunicare con le radioline e ad aspettare le prede con il freezer aperto sul suo Pick up, altrimenti con un colpo del suo fucile il cerbiatto diventa carne trita direttamente sul pascolo...





Ma non abbiamo tempo da perdere e quasi subito ripartiamo verso Morscenzo e poi l’alpeggio di Colina sempre seguendo la strada sterrata, anche perché non ci sono altre alternative. 
Verso mezzogiorno finalmente raggiungiamo il lago di Colina, che resta sempre un po’ nascosto al passaggio... Riempiamo le borracce a una delle tante fontane in acciaio e poi il mitttico Erik si lancia ancora verso la riva, con la fissa di mettere i piedi ancora a mollo, ma purtroppo il tempo è tiranno. Dobbiamo attaccare la vetta per l'ultima salita verso una riva zeppa di zolle d’erba. 






Eccoci in cima!


Sono le 12,30 e scattiamo la foto che segnala un altro importante obiettivo raggiunto.

In poco più di 5 ore abbiamo percorso 2100 metri di dislivello... Non è cosa da poco e siamo soddisfatti!
Però l'avventura non è finita, anzi non siamo nemmeno a metà : -) ma questo lo scopriremo soltanto il tardo pomeriggio.
Lo stomaco comincia a contorcersi contro la spina dorsale… abbiamo fame…




Ci fermiamo sotto la colma di Zana (2411 mt) per un meritato panino, ma non c'è tempo nemmeno per ruttare che subito Erika e Pepe si metto gli zaini in spalla, acc non conosco i nostri tempi biblici quando ci fermiamo per mangiare. :-)
A proposito scena da ricordare: ad un tratto, mentre stiamo spalmando la crema di acciughe nei panini, arriva un tipo in sella alla sua mountain bike che ha percorso il nostro stesso itinerario e quando scopre che anche noi arriviamo dalla città a piedi prende un principio di ictus che lo paralizza, con la bocca di traverso, qualche secondo poi il sangue gli torna al cervello ed è ripartito verso la Bosio. Non ci credeva… bhè in effetti a guardarci bene, chi punterebbe su di noi :-D


Quindi anche noi siamo ripartiti verso il rifugio Bosio con passaggio obbligato al lago di Zana: una pozza zeppa di spaghetti e pesci affamati. Di nuovo il mitico Erik ci riprova con l'ammollo, ma anche questa volta lo fermiamo in tempo... Dobbiamo proseguire senza perdere secondi preziosi anche perché la discesa e ancora incredibilmente lunga! 


Giunti alla Bosio ordiniamo delle buone birre fresche e per pagare scatta il gioco della carta più bassa: noi tutti alti ma Luca ed Erick pescano due 4… azz son le più basse... Allora ci riprovano ma la sfida adesso è diventata a due concorrenti per lo spareggio... Incredibile entrambi pescano due 6.... Per evitare di passare la notte a giocare a magie con le carte decidono di dividere la spesa...
Ottima scelta, grazie e salute!
Prima di ripartirete verso Airale, per la gioia di Erik, questa volta c'è la classica attraversata a piedi nudi del torrente. Rick è talmente galvanizzato che decide di inzuppare pure il "pirulino" e così entra in acqua fino alla cosce: piccolo inconveniente... Il suo cellulare Samsung touch screen era nel taschino posteriore dei pantaloncini e pure lui fa il bagno... ma quando Erick se ne accorge ormai lo schermo si è riempito di pesciolini. Allarmato, toglie la batteria e la Sim: la prima la terrà in alto nella mano destra fino a Chiesa, la scheda tra i denti e sulla sinistra, sempre levata al cielo, avrà il cellulare. Il tutto per farlo asciugare in tempi umani, ma il problema è che più di uno, in quota, lo ha scambiato per un santone delle montagna in continua adorazione.
Ma viiaaaa non possiamo perdere tempo....









La prima idea è quella di scendere all’Alpe Lago ma è troppo corta e allora Erika e Pepe ci invitano per birra e caffè nella loro bella baita ai Giumellini.... In pratica significa allungare il tragitto di almeno 15 minuti .... Ma che volete che siaaa :-) tra una bevuta, un conoscente ed una risata arrivano le 17,30 siamo in straritardo e così prendiamo il sentiero che scende diretto verso Chiesa.






Arrivati in Pineta teniamo la destra per poi attraversai i due ponti di legno dei corsi d’acqua Giumellini e dopo circa 10 minuti di discesa incontriamo la civiltà! La strada asfaltata ed il cartello con la scritta Chiesa in Valmalenco. Non ci crede nessuno!
Ci ricompattiamo per l’immancabile click della foto di gruppo... quella non mente ;-)


Ora inizia la lunga camminata verso Sondrio lungo il Sentiero Rusca. Prima tappa ai Basci e seconda al Baros di Torre dove anche qui ci fermiamo per cinque birre e un caffè. Le gambe cominciano a cedere e le ginocchia scricchiolano, ma non possiamo mollare: mancano SOLO 8 km al traguardo. Puntiamo verso Tornadù e poi Valdone. La strada sembra che non finisca mai e oltretutto è l’ora delle conferme con gli orari per la pizzata con mogli e bambini.


Ma se a Tornadù l’idea primaria era quella di arrivare a Sondrio e farsi pure una doccia prima di cena, in realtà arrivati ad Arquino abbiamo capito che forse rischiavamo pure di saltare la pizza… allora telefonate in viva voce per vedere che prendeva prima la badilata sulla testa ma così non è stato… strano… si sono poi rifatte la domenica facendoci fare aspirapolvere, spese Iperal e pittura facciate della casa :-)Giunti ad Arquino il cielo era talmente scuro che ormai ci riconoscevamo solo dalle voci. Poi prima di Ponchiera ecco l’idea più stupida che poteva venirci: “Corriamo verso il ristorante per non arrivare troppo tardi”. Detto; fatto… la cazzata! 



Salutiamo Erika e Pepe che saggiamente non si uniscono a noi perché non hanno problemi di tempo. Noi, invece, acceleriamo il passo. Con la media dei 12 km orari, in pratica come quando scendevamo con il Ciao a 14 anni, abbiamo raggiunto la zona del Masegra per poi attaccare i 3.445.677 gradini di Scarpatetti sempre senza rallentare... ma questa volta le ginocchia iniziavano a spezzarsi… dai.. azz... manca poco!
Alle 21 eccoci al parcheggio davanti allo Schenatti, proprio da dove siamo partiti 15 ore prima :-)
Mitica ed immancabile foto di gruppo a documentare l’impresa e poi via a manetta al ristorante. 


Alla fine eravamo talmente stanchi che abbiamo fatto fatica a mangiare anche la pizza, anzi il mitico Mossi l’ha anche ingurgiata il giorno dopo per un piccolo problema di calo di zuccheri, fortunatamente risolto al volo!
Vero, abbiamo chiesto troppo al nostro fisico però queste sono spaccate che restano indelebili nelle articolazioni e cuore! ;-)
Alla prossima…


Salute... MISSIONE COMPIUTA!


Vista tracciato da Sondrio