In rigoroso ordine
alfabetico, erano presenti le famiglie Flematti, Gianotti, Locatelli e Mossinelli.
Ore 9,30 - Lasciate le auto nella zona del cimitero di Montagna ci siamo diretti verso via
Paini per poi salire verso via Benedetti. Da qui, abbiamo preso il sentiero che
sale verso San Giovanni. Arrivati in località Ca’ Bongiascia abbiamo preso un
altro sentiero che costeggia la valletta del Davaglione attraversando un
ruscello che solca l'avvallamento tramite un ponticello di legno.
Ancora in
piano siamo usciti sul versante opposto passando al margine inferiore del
poggio erboso su cui, già visibili, sorgono le mura del Castello di Mancapane.
Raggiunto un altro cartello indicatore, siamo salti a sinistra nella boscaglia,
lungo un bel tracciato che in breve ci ha portati sul prato antistante il
fortilizio. Qui una elegante bacheca espone una cartellone esplicativo in cui
sono narrate le caratteristiche del monumento. Qui abbiamo sostato per una
buona mezz’ora ammirando il castello e godendoci un meritato relax.
Verso mezzogiorno abbiamo
ripreso il sentiero tenendo al sinistra scendendo un ripido tratto che ci ha portati
sul fondo di una piccola gola percorsa dal torrente Davaglione. Seguendo il
greto verso valle per una cinquantina di metri, abbiamo preso la risalita
protetta da alcuni legni. Scesi pochi metri ecco il piccolo mulino di Cà di
Mazza. Il restauro, promosso dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio, in
collaborazione con il Comune di Montagna Valtellina, ci ha riconsegnato il
manufatto in perfetto stato e con gli ingranaggi ancora funzionanti.
La
particolarità del mulino consiste nell'atipica disposizione delle pale che, a
differenza della maggior parte dei mulini, sono disposte su un asse
orizzontale. In tal modo non vi sono altri ingranaggi fra essa e l'albero di
trasmissione consentendo il massimo sfruttamento della forza motrice.
Un canale
in muratura conduce l'acqua del Davaglione fino ad una paratoia che serve per
controllare il flusso idrico. Oltre la paratoia una canalizzazione ottenuta
mediante un tronco scavato porta l'acqua a frangersi sulle pale.
Sopra la
macina si trova la tramoggia che lascia cadere i chicchi di frumento nel
palmento la cui apertura può essere regolata in funzione del tipo di cereale
molito e del grado di macinatura che si vuole ottenere.
Il prodotto macinato
cade in una madia da dove viene poi passato in un cribbio per una ulteriore
raffinazione.
Peccato che il tutto lo abbiamo visto solo sbirciando dal foro
dove esce l’acqua, dietro il mulino.
Da qui abbiamo poi preso il sentiero
pianeggiante fino alle case di Cà Zoia e alla strada che da Montagna sale alla
chiesa di Santa Maria il cui edificio è ben visibile poche centinaia di metri
più avanti. Qui ci siamo fermati gustandoci un buon pranzo all’Agriturismo
adiacente la chiesa. Il pomeriggio è poi trascorso tra birre e giochi con i
bambini. Alla fine siamo tornati a piedi nella zona del Cimitero dove abbiamo
preso le auto.
Giornata stupenda e giro consigliato a tutte le famiglie! MG
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